La risposta chemioterapica nel trattamento del tumore del seno è una questione di peso e di massa corporea.
Lo sostine uno studio, pubblicato sulla rivista internazionale Cancer Biology & Therapy, condotto dalla Fondazione Pascale di Napoli in collaborazione con la Temple University di Philadelphia.
Questo studio ha visto coinvolte circa un centinaio di donne giovani, con età media o inferiore ai 45 anni.
E’ stato rivelato che, in conformità con studi precedenti, l’indice di massa corporea è un importante indicatore prognostico e predittivo, a breve e lungo termine, dell’efficacia di una chemioterapia neoadiuvante, effettuata cioè prima della chirurgia.
Le pazienti normopeso avrebbero probabilità di ottenere benefici terapeutici maggiorati anche del 22% rispetto a donne in sovrappeso o obese.
Per le donne obese o in sovrappeso perdere i chili in eccesso significa anche contribuire a prevenire il tumore al seno. Una riduzione del grasso corporeo totale, e, di quello addominale, è stato infatti associato alla riduzione dei marcatori del rischio di questa neoplasia.
A questa conclusione sono arrivati un gruppo di ricercatori della University Medical Center Utrecht (Olanda) in una studio pubblicata su Endocrine-Related Cancer.
Per valutare la relazione tra grasso corporeo e rischio di tumore al seno i ricercatori hanno coinvolto 243 donne sovrappeso in postmenopausa che in sedici settimane, con una giusta alimentazione e con la giusta attività fisica, avevano perso 5-6 chilogrammi di peso corporeo.

All’inizio dell’attività e dopo il dimagrimento sono stati misurati i livelli degli ormoni sessuali, di leptina, il cosiddetto ormone della sazietà, e dei marcatori dell’infiammazione. Le variazioni del grasso corporeo di ciascuna paziente sono state misurate con i raggi X e la risonanza magnetica.

Il calo di grasso addominale è stato associato con variazioni favorevoli dei marcatori dell’infiammazione.