La riduzione della quantità quotidiana di attività fisica definibile con il nome detraining comporta una perdita parziale, e a volte completa, degli adattamenti fisiologici prodotti dall’esercizio fisico.

Le numerose evidenze scientifiche rivelano che la massima capacità di svolgere attività aerobiche si riduce già dopo 2-4 settimane di inattività; tutto questo si traduce anche in una riduzione della capacità del cuore di pompare il sangue verso i tessuti periferici, con le conseguenze che possiamo intuire.

Devo ricordare anche che il detraining causa alterazioni sia nella struttura che nella funzionalità del muscolo.

La letteratura scientifica mostra che la densità capillare del muscolo, la distribuzione delle fibre muscolari, gli enzimi muscolari, la sezione trasversale, la forza e, non ultima, la potenza muscolare, sono tutte influenzate negativamente da periodi di inattività, fino a portare il muscolo a non disporre più delle sue caratteristiche funzionali e strutturali, se l’inattività è prolungata per numerose settimane come nel periodo del lockdown.

Alcune raccomandazioni:

Per quanto ho esposto in precedenza è fondamentale che dopo un periodo di ridotto esercizio fisico e aumentata sedentarietà, una adeguata attività motoria sia praticata con le dovute cautele e in condizioni di assoluta sicurezza, con gradualità e periodicità corrette. Sportivi amatoriali, o anche coloro che svolgono attività lavorative usuranti, non possono e non devono assolutamente riprendere le proprie attività, senza tener conto degli effetti che possono derivare dal non aver fatto movimento.

Questo infatti esporrebbe a situazioni di affaticamento precoce per ridotte capacità aerobiche, o ad infortuni per alterata funzione dei muscoli, risultando controproducente per la salute.

Nello svolgimento delle sessioni di esercizio fisico è importante attenersi ad indicazioni specifiche e corrette per intensità, frequenza, volume e modalità di esercizio, applicando quanto suggerito dalle comunità scientifiche internazionali e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e come già suggerito dalla FMSI nelle recenti Linee Guida Italiane.

Il ricondizionamento motorio dovrebbe prevedere un programma di esercizi contenente esercizi posturali, di stretching, di core- stability e di equilibrio. Raggiunti questi obiettivi di base, sarebbe consigliato introdurre esercizi per l’aumento del tono muscolare e, insieme, un programma di attività di resistenza per migliorare la capacità aerobica.

Nella fase iniziale della ripresa motoria, alternare giorni di allenamento con giorni di riposo e aumentare di qualche minuto ogni giorno il volume di attività fisica quotidiana praticata. Successivamente, quindi, introdurre gradualmente movimenti specifici delle eventuali attività sportive che si praticano.