Lo sport aiuta le donne con patologia oncologica a gestire gli effetti collaterali come l’affaticamento, il dolore e la nausea e a sopportare di conseguenza meglio i trattamenti chemioterapici oltre agli altri effetti dovuti alle terapie oncologiche.
Nei progetti e nei corsi che svolgo da più di 10 anni in collaborazione con Istituti di ricerca, Fondazioni, Associazioni e Odv, il contrastare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche con la corretta attività fisica è e rimane il mio obiettivo principale.

La personalizzazione del percorso motorio che attuo con le pazienti è una delle finalità che mi permette di arrivare agli obiettivi concordati con i medici oncologi di riferimento.
Attraverso l’attività fisica le pazienti riacquistano anche la fiducia in se stesse e attenuano o superano in parte la sensazione generale di insicurezza che molto spesso manifestano.
Proprio recentemente la European Society of Medical Oncology (ESMO) ha pubblicato le linee guida per la diagnosi ed il trattamento della fatigue ovvero fatica cancro-correlata o più banalmente “stanchezza da cancro”.
Questi è una condizione molto diffusa tra i pazienti oncologici, che causa una sensazione cronica di affaticamento, talvolta invalidante e rende difficile la loro quotidianità.
Nelle linee guida l’attività fisica moderata di tipo aerobico e contro resistenze viene raccomandata per il paziente oncologico.