In alcuni soggetti notiamo un effetto paradossale: una contrazione del muscolo del diaframma e un rilassamento della parte superiore della parete addominale, mentre in soggetti sani, di solito avviene un rilassamento concomitante del muscolo del diaframma e l’attivazione del retto addominale (la parte superiore) e obliquo esterno.
Questo fenomeno causa gonfiore addominale e probabilmente dispepsia.
Durante la respirazione, i muscoli della parete addominale e del muscolo del diaframma sono controllati dagli stessi centri nervosi, in una combinazione elettrica che consente una perfetta contrazione sinergica durante l’ispirazione e l’espirazione.
Una disfunzione del muscolo del diaframma può alterare questa sinergia funzionale e causare un’alterazione dello schema motorio. Questo evento potrebbe portare a gonfiore e difficoltà digestive.
I dolori lombari, le infiammazioni diffuse a livello della colonna vertebrale, le disfunzioni articolari temporo-mandibolari, i dolori pelvici cronici e anche la compressione delle vie aeree superiore durante il sonno (come avviene nelle apnee notturne) sono causa (spesso coesistenti) del “malfunzionamento” del diaframma e dei suoi muscoli associati (come lo psoas).
Il diaframma influenza anche direttamente le emozioni.
L’interazione tra respirazione ed emozioni riflette una complessa interazione tra il tronco encefalico e alcune aree cerebrali (come l’area limbica e la corteccia).
L’amigdala (una piccola struttura a forma di mandorla che governa le emozioni e che fa parte del sistema limbico) è solitamente considerata l’area più importante nell’interazione tra respirazione e stato emotivo.
Il respiro stimola i recettori meccanici del diaframma e i recettori viscerali degli organi mossi durante gli atti respiratori, costituendo un meccanismo chiamato interocezione (nessun paura!).