Quando parliamo con una persona, se questa è lenta nel parlare o si prolunga troppo nel parlare, noi siamo a disagio e vorremmo che si sbrigasse. Non riusciamo a sopportarla e talvolta diciamo “stringi” o “veloce”!
Abbiamo perso il tempo dell’ascolto della parola. Il linguaggio visivo ha preso la dominanza sul linguaggio orale.
Una società basata sul linguaggio visivo corre, perde il senso del tempo.
Ma correre fa perdere la calma e il linguaggio richiede tempo, sempre diverso, multiforme.
Il linguaggio televisivo, il linguaggio dei social, del nostro smartphone stanno prendendo il sopravvento; siamo ritornati ai geroglifici egiziani, con l’uso delle emoticon: le faccine riprodotte sulla tastiera.
Si sta perdendo la conoscenza del corpo biologico, del “come” il correre quotidiano agisce sui nostri sistemi corporei.
Il vivere veloce ha distrutto la calma, cioè il controllo dei propri nervi. Come scriveva Italo Svevo su La Coscienza di Zeno: “Quella calma era la vera scienza della vita”. La perdita progressiva del controllo dei propri nervi genera stress.
Lo stato psichico agisce sul sistema biologico corporeo. L’intestino è uno degli organi più esposti allo stress.
E qui potremo aprire un discorso interminabile!