Interesse e Coinvolgimento

Il mio interesse e il mio coinvolgimento professionale verso tutto quello che le terapie oncologiche comportano, ha avuto origine da vicende ed esperienze vissute in famiglia e nell’ambiente di vita quotidiana.

Il punto di partenza

Segni di astenia fisica, depressione psichica, inappetenza, effetti collaterali in seguito ai trattamenti antitumorali (quali quelli legati alla somministrazione protocollare di mix farmacologici, cicli di terapia radiante, interventi chirurgici di natura invasiva, ecc.), tutti segnali che ho notato non solo in persone a me care, ma anche su conoscenti e vicini di casa.

L’aspetto più sconvolgente di quanto colpiva la mia attenzione, e di qui la mia sensibilità umana, è stato sin dall’inizio notare che il fisico, il corpo, l’aspetto generale e persino il volto di costoro apparissero, anche ad un osservatore distratto, come sopraffatti e stravolti dagli effetti della radioterapia e della chemioterapia.

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Il Movimento e le sue Implicazioni

sul Corpo Umano

Rivedendo quasi in flashback il mio percorso di formazione universitaria, ricordo con soddisfazione come crescesse di giorno in giorno la mia curiosità di studentessa, verso quella parte dell’educazione fisica che trattava il movimento e le sue implicazioni sul corpo umano (cinesiologia). Il passo è stato breve perché in me, prima come allieva e poi come insegnante, nascesse una vera passione per questo ramo della materia.

Risale quindi a tali “primordi” l’interesse che mi avrebbe condotto dall’estemporaneità alla sistematicità nella conoscenza, studio e pratica del movimento come medium rilevantissimo (ma non l’unico, per inteso), in grado di aiutare chi vuole riprendersi il pieno possesso del proprio corpo, fiaccato e spesso offeso da lunghe e pesanti terapie.

Punto di Svolta

Ma devo ammettere che la vera chiave di volta verso la metodicità sul tema, c’è stata quando nel 2011 una cara amica, colpita da tumore al seno e successivamente trattata con chemioterapia, non si accettava più come donna perché ingrassata oltre misura, precipitando inoltre in uno stato di indolenza che le impediva di seguire il proprio lavoro e la semplice quotidianità.

Intrapresi e condussi con lei un’attività motoria abbastanza sistematica e organica, che mi obbligò ad approfondire, per mezzo di pubblicazioni scientifiche e di settore, gli effetti di particolari esercizi sul suo corpo, nonché ad acquisire specifiche conoscenze, e di seguito competenze, di natura oncologica attinenti alle reazioni dell’organismo umano verso trattamenti antitumorali.

Riappropriarsi del Proprio Corpo

Già nel volgere di un iniziale breve ciclo di esercizi, durato pochi mesi, ebbi modo di rilevare, su base empirica e visiva, che la mia amica era cambiata di umore, aveva ripreso a riappropriarsi del suo corpo curando maggiormente l’abbigliamento e il maquillage estetico, ma soprattutto mostrando una maggiore voglia di riprendere il lavoro, tornando così a stili di vita simili a quelli che le erano abituali prima della malattia.

Di vero salto di qualità verso una metodologia oggettiva, di questa attività motoria, si deve però parlare dopo che l’oncologa, responsabile del Centro di Riferimento che seguiva la mia amica, accortasi del cambiamento fisico e umorale avvenuto in lei, chiese il motivo di tale mutamento. La dottoressa fu messa al corrente del percorso di attività motoria svolto che aveva prodotto tali risultati, cosa che suscitò l’interesse non solo nell’oncologa ma anche in alcuni suoi colleghi.

Di lì a poco venni invitata a presentare ed illustrare nei dettagli al gruppo dei medici interessati, il mio lavoro di attività motoria per donne operate di tumore al seno.

Collaborazioni Strategiche

Dopo quest’incontro è iniziata una collaborazione sinergica che vede la sottoscritta, da un lato, e un medico, dall’altro, agire per conseguire un significativo miglioramento della condizione psico-fisica con esercizi motori mirati, calibrati e personalizzati, che continua tuttora con altri oncologi di riferimento.

Questa collaborazione è implementata da una costante crescita numerica delle partecipanti, e dalla rilevazione di dati e misurazioni su cui si sta conducendo un’attenta opera di decodificazione. Difatti, il programma di lavoro, personalizzato e bilanciato nell’intensità e frequenza dell’attività motoria, mira non solo al raggiungimento di una maggiore resistenza fisica che contrasti con più efficacia la fatique, ma anche all’attenuazione dei dolori articolari indotti da alcuni farmaci del protocollo antitumorale, a contrastare gli effetti collaterali che le terapie fanno insorgere nelle pazienti.

Panorama Applicativo

Aggiungo, nel concludere queste righe, che in questi anni altre realtà ospedaliere hanno creduto nel mio lavoro, invitandomi a lavorare però con pazienti più giovani e in un diverso stadio della malattia rispetto alle esperienze fino ad allora sperimentate, che mi ha permesso di estendere ed ampliare il panorama applicativo del mio metodo.