Tantissime persone di tutte le età e in tutto il mondo vivono con due o più patologie croniche.
Questo prende il nome di multimorbosità.
L’aumento dell’aspettativa di vita ha determinato la crescita esponenziale di una nuova categoria di malati, soprattutto pazienti anziani, caratterizzati da elevata vulnerabilità per la compresenza di due o più malattie croniche. Questo fenomeno, che, con un’espressione poco elegante è tradotto dall’inglese (multimorbidity) con il nome di multimorbosità, rappresenta un’entità ancora largamente sconosciuta sia sul versante epidemiologico che su quello dell’impatto sui sistemi sanitari, nonostante la sua ripetuta osservazione nella pratica medica corrente lo stia rapidamente convertendo da eccezione a regola (negli USA, ad esempio, la malattia coronarica rappresenta l’unica patologia solamente nel 17% dei pazienti).

Rispetto a chi presenta una sola patologia cronica, queste persone si distinguono per una peggiore salute fisica e mentale.
Considerato l’aumento del numero di persone con multimorbosità, una delle priorità in ambito sanitario è trovare trattamenti efficaci per questa popolazione.
Sebbene la multimorbosità sia una delle maggiori cause di disabilità, la ricerca sui trattamenti è ancora agli inizi. Pochi studi hanno infatti analizzato la loro efficacia che, quando presente, è minima.
Le persone che soffrono di diverse patologie sono alla ricerca di trattamenti che possano migliorare la loro salute da un punto di vista fisico, ma anche mentale, emotivo e sociale. La ricerca ha dimostrato che l’esercizio fisico può effettivamente rivelarsi un trattamento sorprendente per tutte quelle persone che vivono in uno stato di multimorbidità ed offrire molti di quei miglioramenti che i pazienti desiderano.