La postura è la posizione del corpo umano nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere: in stazione eretta, da seduto, in decubito.
Uno dei fattori più importanti per l’efficacia di una buona attività fisica è la postura durante qualsiasi gesto motorio.
Il nostro scheletro è una architettura straordinariamente perfetta che sostiene un sistema meravigliosamente ergonomico.
Come in una macchina perfetta, ogni segmento osseo è progettato e posizionato in modo da sostenere una struttura, proteggerla, e soprattutto tenerla in equilibrio.
Tutti i segmenti ossei, nel loro insieme, collaborano a sostenere, proteggere ed equilibrare questa macchina che è il nostro corpo, nello spazio, con sinergia, contrastando la gravità sia nella postura statica che in quella dinamica grazie all’ausilio dei muscoli.
Se la struttura è in equilibrio, secondo i criteri progettuali, le linee di forza che si oppongono alla gravità e alle sollecitazioni esterne, non incontrano ostacoli o deviazioni e non si creano quindi tensioni muscolari se non temporanee necessarie al mantenimento/ripristino dell’equilibrio durante l’ azione
Nel caso la posizione dei segmenti scheletrici durante il movimento non fosse in linea con i canoni progettuali, interviene il sistema muscolare che in questo caso è chiamato a compiere un ulteriore lavoro di riequilibrio, sottraendo risorse al budget energetico disponibile per l’azione in svolgimento.
Ma quali sono le conseguenze?
-meno efficienza e minor precisione con più dispendio energetico per l’azione primaria.
-se il disallineamento diventa una costante, si creano tensioni costanti che con il tempo tendono a disallineare permanentemente una o più strutture provocando il sorgere di paramorfismi o dismorfismi che diventano ostacoli per l’attività e che possono trasformarsi in vere e proprie patologie.
La riuscita, il conseguimento di risultati e il successo, non possono prescindere da una corretta postura statico-dinamica che è il principale fattore su cui occorre concentrarsi all’inizio di qualsiasi percorso di qualunque disciplina e specialmente quando il gesto specifico richiede carichi elevati.
Importante è che prima di compiacerci di “quanto” facciamo, ci rendiamo conto di “come” lo facciamo.
Scrivi un commento