L’attività fisica a basse temperature stimola la produzione di vitamina D, diminuisce i livelli di stress e, ad una certa intensità, fa dimagrire.

Quando si sta all’aria aperta, cresce la produzione di vitamina D, che attiva il rilascio di serotonina, rafforza l’assorbimento del calcio, combatte le infiammazioni e potenzia il sistema immunitario. Bastano 10 minuti fuori per migliorarne i livelli.
È sconsigliabile fare sport quando il terreno è ghiacciato, il rischio di scivolare e di contrarre fratture non deve essere sottovalutato. Anche la pioggia rende problematica l’attività outdoor; gli abiti bagnati infatti non consentono di mantenere una temperatura corporea adeguata, così come il vento forte penetra nei tessuti e sottrae il calore necessario al corpo. Se però si indossa un abbigliamento adeguato e si evitano le situazioni di rischio non c’è nessun motivo per privarsi dell’attività fisica e chiudersi in casa.

La temperatura, il vento e l’umidità, insieme al tempo che verrà trascorso all’esterno, sono le informazioni più importanti nella pianificazione di un allenamento con un clima rigido. Il rischio di congelamento è inferiore al 5% quando la temperatura dell’aria è superiore a 15 gradi, ma aumenta esponenzialmente quando il freddo del vento diminuisce. Se la temperatura scende al di sotto di venti gradi o c’è molto freddo, meglio quindi prendere in considerazione di allenarsi all’interno, soprattutto se non si possiedono attrezzature impermeabili. Bagnarsi infatti rende più vulnerabili al freddo. E se si è bagnati è più difficile mantenere la temperatura corporea interna sufficientemente alta.

Le temperature rigide, infatti, sono un ottimo alleato per chi vuole rimettersi in forma. A questa conclusione è giunto uno studio condotto dagli endocrinologi del Maastricht University Medical Center secondo il quale praticando sport all’aria aperta quando fa freddo, il nostro organismo brucia più calorie di quando compie la medesima attività in periodi più caldi o in ambienti riscaldati.
Secondo i ricercatori, Stephanie Munten, Lucie Ménard, Jeffrey Gagnon, Sandra C. Dorman, Ania Mezouari e Dominique D. Gagnon, il freddo costringe il nostro corpo a consumare un numero maggiore di calorie per mantenere costante la temperatura corporea. A fare da carburante in questo processo di termoregolazione è il tessuto adiposo bruno, che al freddo si attiva e inizia a ‘bruciare’, ovvero a sciogliersi.
La conclusione a cui sono giunti i ricercatori è che, a parità di attività fisica, il freddo provoca un consumo calorico fino a cinque volte più alto rispetto al caldo.