In uno studio condotto dagli oncologi del Nordic Bioscience and ProScion di Herlev (Danimarca), sono state seguite per 12 anni oltre 8 mila donne dell’età media di 70 anni. Tramite un apposito esame è stata analizzata la distribuzione del grasso corporeo e la quantità di massa magra e grassa e i risultati sono stati incrociati con il registro tumori danese. Dalle analisi è emersa una particolare associazione tra il rischio di sviluppare tumori del polmone e gastrointestinali all’aumentare del grasso addominale, indipendentemente dal peso. Un sistema particolarmente efficace per risvegliare le cellule di grasso bruno sembra essere quello di fare attività sportiva al freddo.
Una corsa all’aperto o anche solo una camminata veloce di mezzora al freddo permettono infatti sia di bruciare le calorie rilasciate dal grasso bianco che di attivare la funzionalità del grasso bruno.
Il grasso viscerale che si deposita nella parte addominale risulta particolarmente dannoso per la salute perché aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro, anche perché il grasso viscerale è tributario della vena porta, che convoglia tutto il grasso al fegato, favorendo così la comparsa di una sindrome metabolica.
Inoltre il grasso viscerale é collegato all’aumento del colesterolo “cattivo” LDL e alla diminuzione del colesterolo “buono” HDL, nonché alla resistenza all’insulina.
Va detto che nel nostro organismo esistono due tipi di grasso, quello bianco e quello bruno: il grasso bruno è costituito da piccoli gruppi di cellule, abbonda soprattutto nei bambini ed ha la funzione di fornire energia da spendere rapidamente, soprattutto per mantenere il calore corporeo, mentre il grasso bianco è fatto di cellule molto grandi a goccia, capaci di accumulare al proprio interno grandi quantità di trigliceridi.
L’accumulo di grasso bianco a livello viscerale in menopausa è favorito dall’aumento di testosterone, l’ormone maschile presente in piccole quantità anche nelle donne fertili, che dopo la menopausa può aumentare notevolmente, soprattutto a causa dello stress o degli errori alimentari.
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