Che cosa è l’acufene?
L’acufene, detto anche tinnito, è la percezione di un rumore, solitamente un ronzio, un fischio, un fruscio o un sibilo, avvertito nelle orecchie o nella testa in assenza di uno stimolo acustico esterno.
Il suono può essere debole o forte, continuo o intermittente, e può essere percepito da un orecchio (acufene unilaterale) oppure da entrambe le orecchie (acufene bilaterale).
Un team di ricercatori provenienti dall’Università dell’Illinois, negli Stati Uniti, ha raccolto i dati di un gruppo di 32 persone con acufeni frequenti suddividendoli in due sottogruppi in base all’intensità e al grado di sopportabilità dei sintomi.
I partecipanti appartenenti al gruppo maggiormente stressato dall’acufene lamentavano un condizionamento piuttosto significativo causato dalla convivenza col disturbo. Viceversa, i volontari che rientravano nell’altro gruppo affermavamo di riuscire a convivere serenamente con gli acufeni.
Allo stesso tempo, i volontari sono stati suddivisi anche per stile di vita e attitudine all’attività fisica.
Successivamente, gli autori hanno rilevato le informazioni sulle attività cerebrali dei volontari mentre ascoltavano suoni affettivi – classificati come piacevoli, neutri o spiacevoli in base ai parametri stabiliti dal database International Affective Digital Sounds – tramite uno scanner di risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Ma quali sono le reazioni del cervello ai suoni
Nelle persone che convivono con episodi più intensi e invalidanti di acufene, i suoni particolarmente fastidiosi sembrano attivare le zone cerebrali dell’amigdala, ovvero le sezioni del cervello deputate alla gestione emozioni e degli impulsi primordiali. Invece, chi è affetto da forme più lievi di acufene sembra attivare le aree frontali del cervello deputate al controllo degli impulsi, la concentrazione e la pianificazione.
Ma quale potrebbe essere il possibile ruolo dello sport?
Nel campione osservato, il gruppo delle persone che praticava sport dimostrava di attivare le aree frontali del cervello in misura superiore rispetto ai partecipanti con uno stile di vita sedentario. Ciò si traduce con il fatto che, almeno potenzialmente, chi pratica attività fisica incrementa lo sviluppo delle aree che regolano la risposta emotiva. E, di conseguenza, può avere un maggior controllo sullo stress provocato dal ronzio o fischio all’orecchio, migliorando così la propria convivenza con l’acufene.
Insomma, tra i vari benefici per l’organismo, praticare regolarmente sport sembra essere utile anche per chi convive con acufeni, anche se gli studi futuri dovranno indagare ulteriormente sui meccanismi positivi emersi da questa interessante ricerca.
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