Il tacco non dovrebbe superare i 6 al massimo 7 cm. Da questa altezza in poi è da considerarsi alto. I tacchi alti non sono dannosi in sé, ma possono diventarlo se si indossano per lungo tempo.
Camminare con i tacchi fa consumare approssimativamente tra le 90 e le 200 calorie in 30 minuti.
I tacchi alterano la naturale postura costringendo chi le indossa, per evitare di cadere in avanti, ad adottare tutta una serie di compensazioni che si ripercuotono (negativamente) su molte strutture dell’organismo.
I tacchi, alzando il tallone, sbilanciano il corpo in avanti. Per evitare di cadere, la donna può effettuare due tipi di compensazione: la prima a livello del ginocchio, la seconda a livello della schiena.
Calzando scarpe con i tacchi, la pressione sull’avampiede aumenta di molto (del 22% per un tacco da 2,5 cm, fino al 75% per un tacco da 8 cm). Questa pressione, associata alla forma della punta delle scarpe con i tacchi, che non rispetta la naturale fisiologia delle dita, costringendole in uno spazio troppo stretto, comporta un maggior rischio di sviluppare problemi alle dita e al piede.
Ecco alcuni dei problemi imputabili ad un uso eccessivo delle scarpe con i tacchi: il neuroma di Morton (una fibrosi generata dall’ipertrofia del nervo sensitivo interdigitale, provocato da una irritazione di tipo meccanico); alluce valgo diffusissimo tra le donne anziane e le dita a martello; la deformità di Haglund ,una osteocondrosi caratterizzata dalla crescita abnorme di tessuto osseo nel tallone, causato da continuo sfregamento ,metatarsalgia (infiammazione cronica delle ossa dell’avampiede).
Va però detto che i tacchi alti, aiutano i muscoli delle gambe e dei glutei a ‘lavorare’ favorendo così l’attivazione di alcune sostanza che tendono a ridurre la cellulite.
Inoltre rassodano i muscoli delle gambe, soprattutto nella zona cosce, e i glutei.