Dobbiamo superare il pensiero che l’osso sia un organo fisso, stabile, immutabile. Tutto cambia dentro di noi. L’osso del nostro scheletro è in continua trasformazione.
Gli osteoblasti sono le cellule che producono l’osso, ogni giorno le nostre ossa si rinnovano.
Due sono le vitamine dotate di maggiore azione sulla formazione delle ossa: la vitamina D e la vitamina K2.
La vitamina D aiuta l’assorbimento intestinale del calcio alimentare, favorisce il passaggio delle cellule staminali ad osteoblasti, a depositare il calcio sulla griglia del collagene.
La vitamina D aiuta il calcio a fissarsi sulle ossa per mantenerle robuste. Spesso non si scatenano sintomi particolari e, se si presentano, non è facile correlarli ad una carenza di vitamina D.
La vitamina K2 aiuta gli osteoblasti a produrre il collagene.
Questo scenario osseo può cambiare in carenza di vitamina D, in carenza di vitamina K2, in carenza di di calcio alimentare.
In questo scenario agisce anche il paratormone, ormone prodotto dalle ghiandole paratiroidi poste vicino alla tiroide.
Quando la vitamina D è bassa, il paratormone è alto. La carenza della vitamina D altera il metabolico del calcio, le cellule staminali anziché trasformarsi in osteoblasti costruttori di osso, diventano adipociti con aumento del midollo giallo (aumento di grasso dentro le ossa), gli osteoblasti riducono la loro produzione di collagene.
Le ossa sono deboli, povere di calcio perché c’è troppo grasso all’interno delle ossa, nel midollo.
Un eccesso di acidi grassi saturi nel midollo osseo impedisce la trasformazione delle cellule staminali in osteoblasti. La produzione di ossa si rallenta e si riduce.
Compare la osteopenia che poi passa in osteoporosi, l’altezza si riduce. In questo scenario osseo si attivano altre cellule: osteoclasti, che distruggono l’osso.